lunedì 2 gennaio 2012

Buon Anno - di Matteo Piras

Abbiamo superato il 2011. E' stato un anno di grandi movimenti, dalla sollevazione araba contro le dittature, dagli indignati a Occupy Wall Street. Viviamo oggi in un momento di relativa tranquillità, ma l'atmosfera è esplosiva. Basterebbe una scintilla per far esplodere una rivolta. D'altronde in Tunisia, bastò il gesto disperato di uno studente, Mohamed Bouazizi, che si dette fuoco per protesta, per far cambiare il mondo. I tunisini insorsero e con essi gli altri popoli oppressi dell'Africa settentrionale, cacciando uno ad uno tutti i dittatori e i tiranni di quell'area.
In Italia il clima è altrettanto teso. L'austerità sta già dando i suoi frutti: la crisi continua implacabile ad ardere vivi i lavoratori e gli studenti, mentre le inuguaglianze continuano a crescere. La classe media è stata, o sarà presto, spazzata via. Le aziende chiudono, i lavoratori vengono licenziati, gli studenti frequentano scuole decadenti, didatticamente e strutturalmente.
Dal punto di vista politico è indescrivibile l'oscenità dei partiti come la Lega Nord, che pur avendo sostenuto le politiche ammazza-Welfare di Berlusconi ed essendosi macchiate dell'omicidio dello stato sociale, oggi protestano, definendosi come unica forza che fa opposizione a Monti. Il PD ha mostrato la sua debolezza, tanto che, se pochi mesi fa era l'oppositore di Berlusconi e aveva fatto del antiBerlusconismo il suo programma elettorale, oggi si trova nella stessa coalizione che sostiene Mario Monti proprio con quel PDL che aveva tanto attaccato.
Il 2012 sarà un anno difficile, sarà un anno di semina. In questo momento il CASP deve diventare un comitato sempre più forte, capace di coinvolgere sempre più persone e coordinarsi al meglio. Ciò che blocca l'insorgere di una rivoluzione in Italia è il fatto che gli italiani non vivono proprio all'estrema precarietà. Possono ancora sopravvivere, anche se in condizioni pietose. Non tanto perchè esiste ancora qualche diritto, in Italia, oggi, i diritti non esistono, ma perchè riusciamo ancora a trovare qualche briciola di pane.
Quando anche quelle verranno meno allora gli italiani non avranno più nulla da perdere e rinascerà un movimento simile a quello del 68 e degli anni settanta.
Quindi questo Comitato oggi deve favorire più che mai l'unione tra il movimento studentesco e il movimento operaio, l'unione tra lavoratori e studenti. Questa è la chiave della nostra forza.
Sostanzialmente a Pavia dovremmo diventare il Movimento Studentesco. Noi, nessun altro. Il movimento studentesco siamo noi e dobbiamo diventare un punto di riferimento in tutte le scuole per lo sviluppo di una senso di appartenenza ad una classe in lotta per il proprio futuro e per i propri diritti.

Matteo Piras

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